L’anno scorso…

  • ho amato, e mi sono af(fidata)
  • mi sono persa
  • sono stata abbandonata, tradita, delusa, ferita
  • sono stata forte
  • e ho dato un taglio a tutto il vecchio
  • mi sono buttata, ho rischiato
  • sono andata oltre, ho ricominciato
  • ho riso, sono stata autoironica
  • ho sopportato (troppo)
  • ho suonato con amore, con rabbia, con voglia di impressionare gli altri e me stessa
  • ho urlato, pianto e mi sono incazzata tanto
  • sono stata confusa
  • sono stata passionale, ho goduto
  • ho avuto vendetta
  • mi sono amata
  • ho cercato di salvare il salvabile
  • sono stata ottimista
  • ho fatto cazzate
  • ho fatto esperienze nuove che mi hanno fatto crescere, ho superato qualche limite
  • ho conosciuto i limiti non superabili (per ora)
  • ho conosciuto la voglia di libertà, e non l’ho più lasciata
  • ho viaggiato, ho fatto foto, ho osservato bene come al mio solito
  • sono andata avanti comunque
  • ho ignorato certe cose
  • ho imparato cose che non dovevo sapere, sono stata in difficoltà
  • mi sono rilassata un po’ e ho pensato a me
  • sono arrivata all’esaurimento
  • me ne sono fregata
  • ho seguito l’istinto
  • sono stata cattiva
  • mi sono fatta bella
  • ho ballato
  • ho fatto molti sogni, alcuni li ho scritti, o ci ho pensato su
  • ho fatto progetti, tanti e diversi
  • ho imparato qualcosa di più in cucina
  • sono stata disordinata come gli altri anni
  • ho cantato anche se sono stonata
  • ho fatto più attività fisica
  • sono stata timida, insicura
  • mi sono messa in mostra e mi sono nascosta
  • mi sono morsa la lingua
  • mi sono imbarazzata
  • ho recuperato rapporti, ne ho persi altri
  • sono stata gentile
  • mi sono vestita in modi diversi
  • sono stata curiosa
  • ho chiesto aiuto, e ne ho dato, o almeno ci ho provato
  • ho detto la mia
  • ho sperimentato
  • ho coltivato passioni
  • ho avuto paura
  • ……
  • ho vissuto

Così.

Con la paura di cadere, di morire, la paura della fine. Che non riesci nemmeno ad avvicinarti alle scale, ad uscire in terrazza dalla vertigine.

Con la paura del tempo, la malinconia per i giorni che passano troppo veloci e ti sfuggono di mano.

Con i ricordi sfuocati, i dubbi, ‘e se avessi fatto così? non bisogna avere rimpianti; infatti io non ne ho’.

Con le canzoni che fanno riaffiorare i ricordi.

Con la voglia di amare, di essere coccolata, di prendersi cura di qualcuno, di dimostrare.

Con sotto le note di una nuova scoperta: Il bacio sulla bocca di Ivano Fossati.

Oggi, io, così.

E voi?

By the sea.

Oggi vi parlo di questo film che ho visto giusto ieri…anzi, non ve ne parlo più di tanto, ma ve lo consiglio.

Dentro di me ha provocato varie emozioni, mi ha fatto riflettere, è uno di quei film con poche parole, belle immagini ma tanto significato: quei film che io amo. L’ho adorato. L’atmosfera malinconica, una coppia in crisi, gli sguardi, per non parlare degli anni Settanta e di Angelina Jolie. Su wikipedia c’è scritto che è stato un insuccesso, ai critici non è piaciuto e non sarà un film che verrà ricordato o che ha lasciato il segno.

Beh, sapete che vi dico? Che per me è stato un super successo, per me ha lasciato il segno e quindi, nonostante non piaccia alla massa o ai critici, questo film un senso lo ha visto che a qualcuno ha smosso qualcosa.

E forse è meglio così, che non piaccia alla massa, che non venga dato in pasto alla folla, alla fama; meglio che rimanga un film che piace solo a me, che piace a pochi, di cui non si parla tanto: sono gelosa.

 

Caro Babbo (non Natale)…

Questa volta togliamo una parola, alla toscana, per avere un significato diverso.

Che dirti? Mi senti? Ma va… Chissà dove sei e a che ora tornerai stasera. Manca poco a Natale e ciò significa che manca poco a quelle cene caratterizzate da famiglie ricomposte solo per l’occasione. La nostra di famiglia. Un po’ spezzata, io a conoscenza, e voi no. E quando torni a casa e mi cerchi, e mi fai le solite domande, e ti interessi (come mi fai incazzare) di me. E a volte ridete, e vi guardo, ma cosa c’è di vero? Davvero.

Caro Babbo, se al tuo nomignolo fosse aggiunto Natale ti chiederei solo risposte e verità quest’anno. Voglio delle risposte, non soluzioni, a quelle ci arrivo da sola, quelle le prendo d’istinto.

Caro Babbo, perchè? Davvero? Ma a cosa pensi? Caro Babbo, la tua bambina è cresciuta, è più diffidente, più attenta, più a conoscenza di quello che pensi.

Quando mi dedicasti quella canzone che sai, ero piccola piccola, me l’hai mandata poco tempo fa, e io ci piango sempre. E io non dubito su una minima goccia d’amore che può esserci nei miei confronti. Ed è brutto, non posso arrabbiarmi con te, se non so. Posso dirmi delusa? Ma non so. Posso diffidare? L’ultima volta mi hanno detto ‘non sono tutti così’ mentre erano peggio. Papi, ti chiamo come ti chiamo io, fammi capire, non riesco ad arrivarci: penso, dubito e mi chiudo.

Buon Natale, Babbo, nella speranza di avere verità, perchè sai che sono sempre stata curiosa.

 

Caro Babbo Natale…

Sono tornata, dopo un bel po’, con la voglia pazza di scrivere, quando dovrei studiare…e intanto svelo una cosa che non sapete di me. E ora, mancando poco a Natale, devo fare la mia lista delle cose cattive, perchè sono piena di difetti.




Caro Babbo, prima dei miei desideri devo ammettere un paio di cosette:

Sono una gran invidiosa, è brutto lo so, cerco di nasconderlo, ma alla fine lo sono, e tengo tutto dentro. Sono anche troppo buona, e le persone buone lo prendono sempre nel culo e mi sono rotta. Sono gelosa delle mie cose, delle mie soddisfazioni e non sopporto quelli che mi copiano, ma perchè? E ho detto un po’ troppe parolacce ultimamente. Una cosa che non avrei dovuto fare è stata illudere altri, ma soprattutto me stessa: auto convincermi di una cosa che non era quella. E Babbo, dio se sono pigra e disordinata. Mi prenderanno mai così? E perchè non mi incazzo per bene a volte dicendo quello che penso? Mentre a volte dico frasi sbagliate. E la timidezza? Perchè rispunta insieme alla sensazione di inferiorità? E sono una gran pettegola, è bruttissimo, lo so. E sono menefreghista, ma alla fine le cose mi rimangono in testa come senso di rimorso. Sono stra piena di difetti, è vero, lo ammetto.

I miei desideri te li dico più avanti, intanto assimila tutto ciò.

Piccola Cenerentola.

Questa sera Cenerentola è tornata a casa sei minuti in ritardo; e se la sua giornata era iniziata male si è conclusa ancor peggio, dovendo subire le provocazioni immature di una sorellastra. Non rispondeva mai a quelle frecciatine, non la sopportava e il suo carattere, socievole quando voleva ma principalmente introverso, non faceva altro che sparire sempre di più. E poi non si abbassava a rispondere: che cazzo voleva ottenere da quelle frecciatine? L’aveva sempre giudicata dalla prima volta, solo in base alle scarpine, in base ai capelli naturali e ai suoi studi.

E Cenerentola si chiedeva, tornata a casa, avrebbe mai voluto essere come lei? Con quel carattere spavaldo all’apparenza, arrogante, menefreghista per farsi figa, volgare alle volte, incoerente. Anche no. Poi si guardava, con la sua timidezza, il suo essere calma, tranquilla, il suo pensare prima di parlare, il suo non prendersela facilmente. E si diceva che quella timidezza, quiete, qualcuno prima o poi l’avrebbe apprezzata e quel qualcuno avrebbe scoperto anche il rosso fuoco che aveva dentro.

E vaffanculo.

Non ti sento più.

E nonostante tutto, quel mio cercarti con lo sguardo, tra folle di ogni tipo, nonostante tutto…

Ora provo ad immaginarti mentre canti questa canzone che tanto mi piace, ma proprio non ti sento. Non mi ricordo più la voce mentre cantavi per me (era davvero per me o per avermi?), mi ricordo bene che non ti davo mai soddisfazione, che non sentivo nulla.

E la prossima volta, ora chiedo a te, caro destino, il prossimo mandamelo buono, anche stonato, ma intonato per quanto riguarda le corde dell’amore, note semplici ma profonde e veritiere.

Mi fiderò più di una chitarra?

Odio.

Odio le domeniche.

Così come odio le mancanze di rispetto, e dio solo sa quanto odii le ingiustizie. Le ingiustizie mi fanno proprio piangere dal nervoso. I fraintendimenti, sempre odiati da quelli più piccoli tra persone attorno a me.

Non sopporto chi urla, chi mette zizzania e si arrabbia per ogni cosa: mia sorella è proprio così.

Non sopporto i presuntuosi, i permalosi.  Odio le pubblicità, penso come tutti, e i riepiloghi delle fiction.

E odio chi non chiude la porta del tutto ma lascia un piccolo spazietto, che sia nella vita o che sia nelle relazioni.

Odio i tormentoni dopo un po’, e la gente che segue le mode, anche se a volte lo faccio anche io.

Odio chi vuole fare sempre bella figura e pur di farla mente a se stesso e finge.

Odio la superficialità e la pesantezza.

Odio la macedonia e i sapori che si mischiano.

Odio la banalità, la mediocrità. Non sopporto quelli che si accontentano e poi si lamentano.

E odio avere la fronte alta. E odio quell’amica (e che amica) che a 4 anni mi consigliò di mangiarmi le unghie: così ora posso suonare il piano ma non mettermi lo smalto.

E non sopporto le persone organizzate e ordinate, perché vorrei esserlo anche io.

E odio tutte quelle persone che mi stanno antipatiche che si chiamano con i nomi che volevo dare ai miei figli e che ora non posso utilizzare più.

Infine odio gli allergici alle cose che piacciono a me, perché ogni volta o non posso andarci a mangiare assieme, o non posso mai condividere il mio cibo con loro.

Oggi va così.

Oggi sono girata male, sono lunatica, scazzata, immotivata…insomma, come l’uomo immagina tipicamente la donna con il ciclo: sono così.

Quindi, non avendo voglia di scrivere qualcosa di sensato o chissà che, voglio fare un gioco, se gioco vogliamo chiamarlo.

Voglio sapere, poi nessuno mi cagherà ma amen…voglio sapere come mi immaginate.

Come sono secondo voi? Non ho mai svelato troppo sulla mia identità, praticamente niente…quindi sentiamo, a voi la parola!

 

Umore.

Vena poetica…in realtà sono solo vecchi ritrovamenti.


 

Umore e umore

Umore indifferente

Umore calmante.

Umori da soli

Sola

Quando ti abbandoni.

Scarica e fatica

Imprevedibile vita.