Voglie.

Che dire?

Vi capita mai di avere voglia di scrivere, una voglia pazza, da dover muovere le dita, da dover far uscire qualcosa, scaricare sulla carta o sulla tastiera? E vi capita mai di sentire una sinfonia o una musica suonata al piano e voler inventare le parole? Sentire che c’è sotto una storia, capirla, ma non riuscirla a raccontare. Perché troppo grande, troppo da essere mostrata. Così mi sento spesso, c’è troppo da mostrare, ma quel troppo quasi implode.

Vi viene mai voglia di amore? Amore tenero, abbracci, baci sfiorati e carezze; e poi amore rosso fuoco, amore passionale da sfogare e dimostrare con il fisico.

E dopo viene la voglia di essere guardati con stima, con apprezzamento. Voglia di essere notati.

Bella storia.

Oggi mi guardavo allo specchio, mi studiavo come faccio di solito. Sono un po’ vanitosa e un po’ insicura, quindi mischiate le due cose e vi vengono fuori quelle trecento ore davanti allo specchio che caratterizzano la maggiorparte di noi donne. Ora, so che la bellezza è soggettiva, ci sono mille altre cose, ma sicuramente l’esterno è il primo impatto e quindi mi chiedevo…quali lineamenti sono ritenuti i più affascinanti? Quali tratti ti caratterizzano come bello? Ognuno avrà i suoi canoni, certo, ma ne esistono alcuni non contestabili? Alcuni universali? Magari cambiano negli anni, seguono le mode e la maggioranza, però talvolta è considerato molto più bello qualcosa di nuovo e particolare.

Dunque? Come mi posso considerare? Voi che ne pensate?

Chi trovate bello?

Così.

Con la paura di cadere, di morire, la paura della fine. Che non riesci nemmeno ad avvicinarti alle scale, ad uscire in terrazza dalla vertigine.

Con la paura del tempo, la malinconia per i giorni che passano troppo veloci e ti sfuggono di mano.

Con i ricordi sfuocati, i dubbi, ‘e se avessi fatto così? non bisogna avere rimpianti; infatti io non ne ho’.

Con le canzoni che fanno riaffiorare i ricordi.

Con la voglia di amare, di essere coccolata, di prendersi cura di qualcuno, di dimostrare.

Con sotto le note di una nuova scoperta: Il bacio sulla bocca di Ivano Fossati.

Oggi, io, così.

E voi?

Caro Babbo (non Natale)…

Questa volta togliamo una parola, alla toscana, per avere un significato diverso.

Che dirti? Mi senti? Ma va… Chissà dove sei e a che ora tornerai stasera. Manca poco a Natale e ciò significa che manca poco a quelle cene caratterizzate da famiglie ricomposte solo per l’occasione. La nostra di famiglia. Un po’ spezzata, io a conoscenza, e voi no. E quando torni a casa e mi cerchi, e mi fai le solite domande, e ti interessi (come mi fai incazzare) di me. E a volte ridete, e vi guardo, ma cosa c’è di vero? Davvero.

Caro Babbo, se al tuo nomignolo fosse aggiunto Natale ti chiederei solo risposte e verità quest’anno. Voglio delle risposte, non soluzioni, a quelle ci arrivo da sola, quelle le prendo d’istinto.

Caro Babbo, perchè? Davvero? Ma a cosa pensi? Caro Babbo, la tua bambina è cresciuta, è più diffidente, più attenta, più a conoscenza di quello che pensi.

Quando mi dedicasti quella canzone che sai, ero piccola piccola, me l’hai mandata poco tempo fa, e io ci piango sempre. E io non dubito su una minima goccia d’amore che può esserci nei miei confronti. Ed è brutto, non posso arrabbiarmi con te, se non so. Posso dirmi delusa? Ma non so. Posso diffidare? L’ultima volta mi hanno detto ‘non sono tutti così’ mentre erano peggio. Papi, ti chiamo come ti chiamo io, fammi capire, non riesco ad arrivarci: penso, dubito e mi chiudo.

Buon Natale, Babbo, nella speranza di avere verità, perchè sai che sono sempre stata curiosa.

 

Piccola Cenerentola.

Questa sera Cenerentola è tornata a casa sei minuti in ritardo; e se la sua giornata era iniziata male si è conclusa ancor peggio, dovendo subire le provocazioni immature di una sorellastra. Non rispondeva mai a quelle frecciatine, non la sopportava e il suo carattere, socievole quando voleva ma principalmente introverso, non faceva altro che sparire sempre di più. E poi non si abbassava a rispondere: che cazzo voleva ottenere da quelle frecciatine? L’aveva sempre giudicata dalla prima volta, solo in base alle scarpine, in base ai capelli naturali e ai suoi studi.

E Cenerentola si chiedeva, tornata a casa, avrebbe mai voluto essere come lei? Con quel carattere spavaldo all’apparenza, arrogante, menefreghista per farsi figa, volgare alle volte, incoerente. Anche no. Poi si guardava, con la sua timidezza, il suo essere calma, tranquilla, il suo pensare prima di parlare, il suo non prendersela facilmente. E si diceva che quella timidezza, quiete, qualcuno prima o poi l’avrebbe apprezzata e quel qualcuno avrebbe scoperto anche il rosso fuoco che aveva dentro.

E vaffanculo.

Odio.

Odio le domeniche.

Così come odio le mancanze di rispetto, e dio solo sa quanto odii le ingiustizie. Le ingiustizie mi fanno proprio piangere dal nervoso. I fraintendimenti, sempre odiati da quelli più piccoli tra persone attorno a me.

Non sopporto chi urla, chi mette zizzania e si arrabbia per ogni cosa: mia sorella è proprio così.

Non sopporto i presuntuosi, i permalosi.  Odio le pubblicità, penso come tutti, e i riepiloghi delle fiction.

E odio chi non chiude la porta del tutto ma lascia un piccolo spazietto, che sia nella vita o che sia nelle relazioni.

Odio i tormentoni dopo un po’, e la gente che segue le mode, anche se a volte lo faccio anche io.

Odio chi vuole fare sempre bella figura e pur di farla mente a se stesso e finge.

Odio la superficialità e la pesantezza.

Odio la macedonia e i sapori che si mischiano.

Odio la banalità, la mediocrità. Non sopporto quelli che si accontentano e poi si lamentano.

E odio avere la fronte alta. E odio quell’amica (e che amica) che a 4 anni mi consigliò di mangiarmi le unghie: così ora posso suonare il piano ma non mettermi lo smalto.

E non sopporto le persone organizzate e ordinate, perché vorrei esserlo anche io.

E odio tutte quelle persone che mi stanno antipatiche che si chiamano con i nomi che volevo dare ai miei figli e che ora non posso utilizzare più.

Infine odio gli allergici alle cose che piacciono a me, perché ogni volta o non posso andarci a mangiare assieme, o non posso mai condividere il mio cibo con loro.

Linee.

A che pensi?

Mentre risparmi, guidi, guadagni

Cosa faccio secondo te?

Mentre aspetto, vivo, resetto

Due linee incrociate

Un solo, piccolo, inavvertibile, punto d’incontro

Fragile, debole, ma profondo.

Poi vanno avanti, diritte e rigide, le linee

Le vite.

 

Il mio lui.

In un  momento della mia vita in cui sento di dover stare proprio da sola e in cui voglio essere libera, l’unica cosa che potrebbe distogliermi da questo pensiero fisso sarebbe l’uomo perfetto.

Impossibile a farsi ma possibilissimo a dirsi. E così ho stilato una lista di caratteristiche che tu, futuro maritino (se esisti..), almeno una buona parte mi sa proprio che dovrai avere. Su alcune, forse, potrò tralasciare, d’accordo…dipende… vedremo.

A voi la lista:

  • il mio lui mi rispetta: in tutti i modi, fisicamente, psicologicamente, in tutto e per tutto. Odio più di ogni cosa le mancanze di rispetto.
  • il mio lui mi fa pensieri carini e non (se poi capita, ben venga) necessariamente costosi: basta un pensiero. Io sono così, se vedo qualcosa e penso al mio compagno mi piace fare sorprese vedere la sua reazione.
  • il mio lui non è possessivo o troppo geloso: un po’ sì, ma il giusto.
  • il mio lui comunica, comunica e comunica: zero segreti, zero imbarazzi, con me deve poter parlare di tutto.
  • il mio lui ama la mia parte più bambina, spensierata e pazza di me e mi mostra la sua
  • il mio lui è intelligente, chiacchierone, ha i suoi hobby, le sue passioni, i suoi interessi ed è una persona con cui si può sempre parlare
  • il mio lui si vede alla pari con me e non pretende ruoli definiti nella coppia o mansioni definite come ‘donna cucina, uomo mangia’ (anche perché per ora non so neanche cucinare, ops…però avrei tanta voglia di imparare, giuro!!)
  • il mio lui si interessa di me, di ciò che faccio, mi sostiene e mi sprona
  • il mio lui ovviamente mi ascolta anche, non mi sente e basta
  • il mio lui non è egocentrico o ama troppo parlare di sé (ci sono già io….)
  • il mio lui sopporta le mie cavolate da ragazza, inclusi film strappa lacrime, voglie strane, pupazzi strani e così via
  • il mio lui si fida di me ed è fedele
  • il mio lui vuole qualcosa di serio da me, non dico che debba progettare la vita, ma almeno deve poter dire ‘mi piacerebbe averti nel mio futuro’ se no non vedo il senso di un rapporto
  • il mio lui non cerca di cambiarmi ma mi ama così come sono; al massimo cerca di farmi capire dove, secondo lui, sbaglio, ma poi mi lascia libera di fare i miei errori
  • il mio lui ritaglia del tempo per me, trova momenti da condividere, contribuendo a mantenere vivo il romanticismo e l’interesse anche dopo tempo
  • il mio lui mi lascia libera di fare le mie esperienze e di avere il mio spazio, perché sa che tornerò sempre da lui con il sorriso sulla faccia felice di vederlo e pronta a raccontargli tutto
  • il mio lui deve saper ascoltare con pazienza i miei discorsi insensati e i miei momenti da pazza logorroica
  • il mio lui deve ricordare le cose per me importanti
  • il mio lui mi fa complimenti spesso, molto spesso, anche sulla più piccola cosa
  • il mio lui cerca di farsi piacere i miei amici e la mia famiglia e fa di tutto per andarci d’accordo
  • il mio lui, neanche ci sarebbe da dirlo, non sparla di me o va a raccontare i fatti nostri in giro
  • il mio lui è affettuoso, dolce, protettivo, passionale, fisico ma non assolutamente smielato (e, povero, purtroppo dovrà subirsi i momenti in cui smonterò con una frase tutto il romanticismo…)
  • il mio lui deve mantenersi in forma e volersi bene
  • il mio lui tiene in considerazione i miei consigli
  • il mio lui è aperto di mente e curioso come me
  • il mio lui ama viaggiare
  • il mio lui è d’accordo sui nomi strani che vorrò dare ai miei figli
  • il mio lui è felice per me per le cose belle che mi accadono
  • il mio lui mi rende felice anche a costo di fare sacrifici
  • il mio lui non mi giudica
  • il mio lui mi fa ridere: ci dev’essere complicità fra noi
  • il mio lui ha voglia di vedermi, stare con me e me lo dimostra
  • il mio lui è meno parole, più fatti
  • il mio lui è anche un gentiluomo alle volte
  • Ah e, beh, visto che mi conosce più di tutti mi fa anche impazzire a letto, d’altronde sa su cosa puntare

Cosa ne dite? Il mio lui non esiste vero? Rimarrò da sola per sempre? Chi lo sa, spero di no, ma intanto non si può dire che non abbia le idee ben chiare!

Voi siete d’accordo con me su alcuni punti? Cosa aggiungereste o togliereste dalla lista? Sono curiosa!