Caro Babbo Natale…

Sono tornata, dopo un bel po’, con la voglia pazza di scrivere, quando dovrei studiare…e intanto svelo una cosa che non sapete di me. E ora, mancando poco a Natale, devo fare la mia lista delle cose cattive, perchè sono piena di difetti.




Caro Babbo, prima dei miei desideri devo ammettere un paio di cosette:

Sono una gran invidiosa, è brutto lo so, cerco di nasconderlo, ma alla fine lo sono, e tengo tutto dentro. Sono anche troppo buona, e le persone buone lo prendono sempre nel culo e mi sono rotta. Sono gelosa delle mie cose, delle mie soddisfazioni e non sopporto quelli che mi copiano, ma perchè? E ho detto un po’ troppe parolacce ultimamente. Una cosa che non avrei dovuto fare è stata illudere altri, ma soprattutto me stessa: auto convincermi di una cosa che non era quella. E Babbo, dio se sono pigra e disordinata. Mi prenderanno mai così? E perchè non mi incazzo per bene a volte dicendo quello che penso? Mentre a volte dico frasi sbagliate. E la timidezza? Perchè rispunta insieme alla sensazione di inferiorità? E sono una gran pettegola, è bruttissimo, lo so. E sono menefreghista, ma alla fine le cose mi rimangono in testa come senso di rimorso. Sono stra piena di difetti, è vero, lo ammetto.

I miei desideri te li dico più avanti, intanto assimila tutto ciò.

Piccola Cenerentola.

Questa sera Cenerentola è tornata a casa sei minuti in ritardo; e se la sua giornata era iniziata male si è conclusa ancor peggio, dovendo subire le provocazioni immature di una sorellastra. Non rispondeva mai a quelle frecciatine, non la sopportava e il suo carattere, socievole quando voleva ma principalmente introverso, non faceva altro che sparire sempre di più. E poi non si abbassava a rispondere: che cazzo voleva ottenere da quelle frecciatine? L’aveva sempre giudicata dalla prima volta, solo in base alle scarpine, in base ai capelli naturali e ai suoi studi.

E Cenerentola si chiedeva, tornata a casa, avrebbe mai voluto essere come lei? Con quel carattere spavaldo all’apparenza, arrogante, menefreghista per farsi figa, volgare alle volte, incoerente. Anche no. Poi si guardava, con la sua timidezza, il suo essere calma, tranquilla, il suo pensare prima di parlare, il suo non prendersela facilmente. E si diceva che quella timidezza, quiete, qualcuno prima o poi l’avrebbe apprezzata e quel qualcuno avrebbe scoperto anche il rosso fuoco che aveva dentro.

E vaffanculo.

Odio.

Odio le domeniche.

Così come odio le mancanze di rispetto, e dio solo sa quanto odii le ingiustizie. Le ingiustizie mi fanno proprio piangere dal nervoso. I fraintendimenti, sempre odiati da quelli più piccoli tra persone attorno a me.

Non sopporto chi urla, chi mette zizzania e si arrabbia per ogni cosa: mia sorella è proprio così.

Non sopporto i presuntuosi, i permalosi.  Odio le pubblicità, penso come tutti, e i riepiloghi delle fiction.

E odio chi non chiude la porta del tutto ma lascia un piccolo spazietto, che sia nella vita o che sia nelle relazioni.

Odio i tormentoni dopo un po’, e la gente che segue le mode, anche se a volte lo faccio anche io.

Odio chi vuole fare sempre bella figura e pur di farla mente a se stesso e finge.

Odio la superficialità e la pesantezza.

Odio la macedonia e i sapori che si mischiano.

Odio la banalità, la mediocrità. Non sopporto quelli che si accontentano e poi si lamentano.

E odio avere la fronte alta. E odio quell’amica (e che amica) che a 4 anni mi consigliò di mangiarmi le unghie: così ora posso suonare il piano ma non mettermi lo smalto.

E non sopporto le persone organizzate e ordinate, perché vorrei esserlo anche io.

E odio tutte quelle persone che mi stanno antipatiche che si chiamano con i nomi che volevo dare ai miei figli e che ora non posso utilizzare più.

Infine odio gli allergici alle cose che piacciono a me, perché ogni volta o non posso andarci a mangiare assieme, o non posso mai condividere il mio cibo con loro.

Oggi va così.

Oggi sono girata male, sono lunatica, scazzata, immotivata…insomma, come l’uomo immagina tipicamente la donna con il ciclo: sono così.

Quindi, non avendo voglia di scrivere qualcosa di sensato o chissà che, voglio fare un gioco, se gioco vogliamo chiamarlo.

Voglio sapere, poi nessuno mi cagherà ma amen…voglio sapere come mi immaginate.

Come sono secondo voi? Non ho mai svelato troppo sulla mia identità, praticamente niente…quindi sentiamo, a voi la parola!

 

Umore.

Vena poetica…in realtà sono solo vecchi ritrovamenti.


 

Umore e umore

Umore indifferente

Umore calmante.

Umori da soli

Sola

Quando ti abbandoni.

Scarica e fatica

Imprevedibile vita.

 

 

 

 

Botto: l’uomo dentro di noi.

Eh sì, dopo un po’ di giorni di assenza si riparte col botto. Vi sono mancata? No, direte, chissenefrega, dirò: tanto il blog è il mio. La mia testa è un turbine di argomenti, di questioni ma il tempo scarseggia purtroppo, però adesso ci sono.

E allora oggi si parla di sesso.

In particolare si parla di quello stereotipo maschile che narra che ogni uomo, essendo homo, è capacissimo di fare sesso senza coinvolgimento mentale. Insomma, per l’uomo il sesso è sesso, mica fare l’amore, tutta una questione di carne, di fisico e di lussuria.

E invece, altro pregiudizio insegna che, una donna vede solo il fare l’amore, una donna è sempre e comunque innamorata, possibilmente di uno stronzo senza sentimenti. E beh, una femmina non esiste che faccia sesso senza coinvolgimento mentale, sarebbe una poco di buono per le altre donne e anormale (o molto eccitante?) per gli uomini. Una donna sì, può fare sesso senza coinvolgimento ma puntualmente dopo si deve infatuare.  Una donna parla d’amore, un uomo parla di sesso. Una donna è ninfomane, un uomo è semplicemente uomo.

Ma chi l’ha detto?

Esistono donne che sanno dare anche poca importanza al sesso ed esistono uomini che lo fanno solo quando sono innamorati? O alla fine il sesso frega tutti, sconvolgendo e ribaltando tutti gli stereotipi della società?

Fate un po’ voi….

Chiacchieriamo!

Cari, che ne dite di proporre delle questioni, dei temi su cui poter discutere in futuro e su cui poter fare qualche ragionamento? Semmai io potrei dare la mia opinione o buttarvi lì qualche domanda per provocare come faccio di solito 😉

Attenzione, vi metto una regola però, mica è così facile: voglio argomenti leggeri – se vogliamo chiamarli così – ma nessuna questione troppo pesante! Se proprio volete la mia opinione (ma non penso che a qualcuno interessi) su cose precise vedrò se posso accontentarvi..ma rimaniamo con quel filtro lì! Questo semplicemente perché nel mio blog voglio mantenere un’atmosfera leggera, spiritosa e non andare sulle polemiche importanti.

Quuindi prendetemi così come sono e sbizzarritevi, vediamo cosa tirate fuori! 🙂

 

Autoironica.

Oggi cari miei una cosa un po’ diversa e simpatica! Oggi mi girava così….ho preso una mia vecchia ‘poesia’ e mi sono divertita a prenderla un po’ in giro, a modificarla. Voilà!




Devi leggermi per capirmi

Perché a voce non sono poi così brava (dipende)

Sono portata per il silenzio (molto meglio di tanta gente che dice cagate)

Lì sono una professionista

Nello stare zitta ad osservare ogni minimo particolare

Come a credere che tu possa restare (stupidina)

Probabilmente mi illudo (ma buongiorno)

Aspetto troppi perdoni coglioni

Ma benvenuti nel secolo delle illusioni.

Ho capito che sta meglio sta di gran lunga meglio chi non si aspetta niente

Ma non l’hanno capito in molti, si vede dalla gente.

Quelli che aspettano davanti a un telefono (coglioni pure loro)

E farebbero prima se partissero 

Farebbero prima a prendere coraggio e mandarli a cagare.

 

Serri le palpebre

Ritrovamento di una vecchia poesia un po’ abbandonata a se stessa.




 

Serri le palpebre e ti volgi su un lato

Prima avvertivi ogni minimo brusio, sì attento, sì vigile

Ora non senti il gemito affannato?

Lo stesso quello quando urlavo, mostrandomi fragile.

E quelli che parevano decenni, a guatarsi

Soltanto soggezione e domande

Corpo disarmato sì, ma non volersi (amarsi).

Solo per la tua persona

È sempre stato fatto tutto a favore di te

I piani cascati, forse qualcuno si è ferito.

 

 

Briciola prima.

Luci brillanti, sudore, alcool. Festa al bagno 38. Costume anni 70, un po’ da nonna, ma le dona. A righe bianche e blu, da marinaretta. Scuote i fianchi e alza le mani al cielo. La giovinezza e la spensieratezza: quello a cui aveva rinunciato finora, ma adesso basta. I capelli sciolti, scalati, bagnati e pieni di sale, la gioventù. Sopra le note di Like a Virgin, una giovane madonna, una giovane donna che scopre le sue potenzialità. E si muove leggera e frivola in quella pista, libera e indipendente, desiderata come aveva sempre desiderato. Come un palloncino vola, prende il volo, vaga e si lascia trasportare dal vento, dalla corrente. Un palloncino rosso fuoco, vivo e vivace.